Per alcuni l’eccezione è la regola: una regola che si tramanda da generazioni e che racconta una storia. Il viaggio in Italia tra le eccellenze dell'artigianato parte proprio da questa parola: storia. Che profuma di legno intagliato in Valle d’Aosta, scintilla come le lame delle coltellerie nel Friuli Venezia Giulia o il cristallo di Siena. Da nord a sud, secondo le stime di Confartigianato, nel settore dell’artigianato artistico e di tradizione, lavorano oltre 400 mila addetti, riconducibili a 158 mestieri: dall’orafo all’impagliatore di sedie.
Il legame con ambiente, costumi e cultura del territorio, l’”habitat”, o “distretto artigianale”, è la caratteristica distintiva del made in Italy, che continua a stupire. Nel percorso tradizionale delle sue lavorazioni, svela strade poco battute, o nicchie preziose. A Venezia, il marchio Venice Selection(www.veniceselection.it), conta il top di produzioni che ancora esistono in città, meno note ai più. Le botteghe che possono fregiarsene, si riconoscono in un percorso culturale e hanno liberamente accettato di sottostare a norme di autoregolamentazione, con linee guida per tutelare e sviluppare i prodotti artigianali e i servizi di qualità.
Tra di loro, anche la Speziaria de Venezia bottega d’altri tempi dove Loris de Strasser ricrea profumi della Venezia dei Secoli d’oro. Saponi, cosmetici, essenze, basati su antichi ricettari. Come packaging, flaconi retrò in vetro di Murano. Noblesse oblige.
Ricrea trame antichissime anche una signora di Cantù, un paesino nella provincia di Como. E’ Rita Bargna con i suoi merletti d’arte (via Alciato, 4 Cantù. tel. 031. 714125), una delle ultime custodi dell’antica attività, a rischio di estinzione. Per preservare i segreti di un mestiere che svolge da 50 anni, Rita ha creato una scuola e un’ associazione. Ultima, a produrre però fisarmoniche, “made in Vercelli”, anche l’azienda Cooperfisa, in Piemonte (www.cooperfisa.com). Nata come Coopé Armoniche nel 1921 dall’unione di diverse botteghe artigiane, è specializzata nella costruzione di fisarmoniche cromatiche, in particolare nella timbrica dei “Musette”, unica al mondo. I segreti di realizzazione, la scelta dei legni, l’inchiodatura su pelle, l’ acciaio di qualità, mettono in evidenza quella timbrica, distinguendola come una vera e propria “Scuola di Costruzione”.
Più a sud, in Abruzzo (www.artigianatoabruzzese.it), un orafo reinterpreta una consuetudine tipicamente abruzzese: la “presentosa”, il gioiello “buono”, quello che si ci passa da generazioni o che si regala per il fidanzamento. E’ Roberto Pepe (via Ferro di Cavallo 42, Lanciano), che ha brevettato la versione moderna, la linea Io Presentosa, senza tradire la tradizione artigiana. Ha creato anche un’ associazione, Pezzi Unici (www.lancianopezziunici.it), per tutelare la particolarità del processo artigianale e il diritto a sperimentare. Il 18,7% degli artigiani, secondi gli studi di Confartigianato, è donna. Una di queste è Carmen Rampino, della scuola della cartapesta del leccese (www.carmenrampino.it). Membro del consorzio Artigiani della provincia di Lecce, (che assieme a Confartigianato è servito a creare anche un’ associazione per l'artigianato artistico), realizza opere, ballerine di pizzica, girasoli e campi assolati, ma anche gioielli che rivelano l’enorme potenziale di questo materiale “povero” e il fascino dell’essenza di Puglia.
Il viaggio attraverso le nicchie artigiane in Italia si conclude in Sardegna, terra di tessuti rari come il bisso, la cosiddetta “seta del mare” e l’orbace, il “tweed sardo”. Ci si ferma in provincia di Cagliari, stavolta si osserva il mestiere. Basta andare al laboratorio di Ninetto Dessì (tel. 070. 260312) nella parte vecchia del centro di Sestu. La bottega conserva la caratteristica architettura del primo Novecento, con all’interno, solo pezzi originali e funzionanti, come un salto indietro nel tempo.
Ciao, sono Alessandra, faccio la giornalista dal lontano 2003! Lavoro in un’agenzia di comunicazione e mi occupo di viaggi e agroalimentare.
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