L'estate 2023 ha visto sempre di più l'ingresso della parola "overtourism". Questo fenomeno, caratterizzato dal sovraffollamento turistico in destinazioni popolari, sta mettendo a dura prova l'equilibrio sociale, culturale ed economico di molte località italiane e internazionali. Tanto che ne sono scaturite proteste e vere e proprie manifestazioni di insofferenza verso il turismo di massa in diverse località europee, prima fra tutte Barcellona.
Il problema della concentrazione turistica
Secondo i dati ufficiali, nel 2023 quasi la metà (48,1%) degli arrivi turistici stranieri in Italia si è concentrata in sole sei province: Venezia, Roma, Bolzano, Milano, Firenze e Verona. Questa concentrazione, seppur leggermente diminuita rispetto al passato (53% nel 2008), rimane una sfida significativa per il settore turistico italiano.
Effetti positivi e negativi del turismo
Nonostante i problemi legati all'overtourism, è importante riconoscere i benefici del turismo. Il settore contribuisce al 13% del PIL italiano e favorisce lo scambio culturale, combattendo stereotipi e preservando tradizioni locali. Gli effetti negativi del sovraffollamento turistico però sono evidenti: insofferenza delle comunità locali, perdita di residenti e trasformazione del tessuto commerciale a scapito dei servizi per i residenti.
Tre proposte per un turismo sostenibile
Roberta Garibaldi ha diffuso oggi una nota in cui riflette su alcune soluzioni possibili per mitigare questo fenomeno a favore di un turismo più sostenibile per tutti. Ecco i punti salienti emersi dal suo comunicato.
- Definizione di un modello di gestione del turismo: Si suggerisce l'istituzione di un albo dei destination manager con esame di abilitazione, per garantire una gestione professionale e competente delle destinazioni turistiche.
- Creazione di un centro studi nazionale: Questo organo avrebbe il compito di analizzare il fenomeno, mappare gli indicatori, determinare la capacità di carico delle destinazioni e proporre soluzioni concrete ai decisori politici.
- Valorizzazione del turismo rurale ed enogastronomico. La terza azione di svolta prevede la valorizzazione del turismo rurale e di tutta l’enogastronomia, che è fra i driver capaci potenzialmente di consentire questo cambiamento, visto che può riequilibrare i flussi tra città e campagna ed aree interne. Si propone lo sviluppo di un piano strategico nazionale per il turismo enogastronomico e la promozione delle aree interne, con particolare attenzione ai trasporti e all'informazione turistica.
Verso un turismo più equilibrato
I dati mostrano segnali positivi: i flussi turistici si stanno gradualmente distribuendo su più regioni e mesi, con un aumento significativo delle presenze in aprile (+51%) e ottobre (+35%) rispetto a dieci anni fa. Questo trend (e l'undertourism) potrebbe contribuire a ridurre la pressione sulle destinazioni più popolari e a promuovere un turismo più sostenibile. E voi cosa ne pensate?
Ciao, sono Alessandra, faccio la giornalista dal lontano 2003! Lavoro in un’agenzia di comunicazione e mi occupo di viaggi e agroalimentare.
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