La rubrica "Va' a quel paese" non può far altro che cominciare con questa storia: da una parte, borghi e frazioni "indifesi", dall'altra un aeroporto che vuole espandersi ad ogni costo. Se fino a qualche anno fa la "scusa" per tenere buona la popolazione era che l'aeroporto portava progresso e ricchezza, oggi non è più molto attendibile, visto che molte persone hanno perso il lavoro, Lufthansa ha preso le distanze e il settore cargo di recente è attraversato da manifestazioni e proteste di sindacati e lavoratori che rischiano di restare a casa.
Enti locali, comuni piccoli e grandi e privati cittadini si stanno organizzando e hanno inviato al ministero dell'Ambiente le loro osservazioni al Masterplan, denunciando cosa secondo loro non vada bene in questo progetti di ampliamento.
Avremo modo di affrontare spesso la questione. Ci sono paesi che sono morti letteralmente per lasciare spazio a questo aeroporto (vedi Case Nuove, frazione delocalizzata ora quasi città fantasma, con le sue case murate accostate a grand hotel come cattedrali nel deserto). Quello che mi sono sempre chiesta è come mai ci sia così tanto risalto per la lotta NO TAV e ancora così silenzio sulla lotta dei gruppi NO MALPENSA.
Oggi cominciamo però segnalando il comunicato stampa di uno dei pilastri nella lotta contro Malpensa: Beppe Balzarini, di Unicomal.
Vi postiamo qui il suo comunicato stampa più recente. Da leggere e tramandare.
L’opinione che passa oggi viene dalla camera di Commercio e dall’Unione Industriali di Varese. Diamo ilbenvenuto a tutte le opinioni e, quindi anche alla nostra.Ma vogliamo prima rispondere.Ci sembra innanzitutto goffo che, chi è dichiaratamente di parte, si ponga come mediatore. Noi, noiambientalisti intendo, non ci abbiamo mai neppure pensato.Ci diranno, gli illustri Signori, ma voi chi siete? Siamo quelli che riempiono il vuoto lasciato dagliAmministratori che dell’Ambiente dovrebbero occuparsi per default e che invece, a volte, cedono alle imposizionidell’economia che sa fare la voce più grossa.
Ma ci sono anche i dati oggettivi, che sono super partes, che non vuol dire bipartizan, vuol dire che 2 + 2 fasempre 4. E quindi vuol dire rispettare le regole, anche in materia ambientaleLa terza pista? “L’opera è talmente fondamentale che…”È invece già assodato che la terza pista non serve e vari studi, che non stanno in un breve comunicato, l’hannodimostrato e sono contrarie persino la Compagnie aeree.Le previsioni di crescita, per cui servirebbero terza pista ed ampliamenti vari, sono le stesse che si facevano10-15 anni fa: tutte andate a vuoto. E le previsioni di oggi si avvereranno? Secondo noi, in gioco non c’è “lo sviluppo dellaprovincia di Varese e dell’Italia intera”.
Gli economisti seri spiegano da tempo che mai un aeroporto è stato il motore dell’economia, ma qui ormaimolti usano questo slogan al contrario.Abbiamo già chiesto, guardandolo negli occhi, a più di un sostenitore dello sviluppo ad ogni costo diMalpensa: “Il tessuto produttivo della provincia di Varese, all’anno 1998, era già da tempo un motore di primopiano dell’economia nazionale. Come è stato possibile senza il grande aeroporto? E come mai dopo il ’98, conMalpensa 2000, l’economia locale è andata sempre peggio?” Non ci ha mai risposto nessuno. La nostra spiegazioneè che si è puntato su Malpensa “motore dell’economia”: un assurdo, anzi, un disastro.Ricordo un Convegno, c’eravamo anche noi, 25 ottobre 2002, Camera dei Commercio di Milano. Con il titolo“Malpensa ha 4 anni: perché non decolla?” si celebrarono le esequie dell’aeroporto.
Nel frattempo le azioni di Alitalia, prigioniera di Malpensa, erano passate, in 4 anni, da 5.000 a 600 lire.Ma ancora si vuol continuare su questa strada?Il prezzo dell’errore lo paga l’economia reale, lo pagano le categorie più deboli quando perdono il posto dilavoro precario per l’11 settembre, per il dehubbing, per le crisi ricorrenti… per le previsioni sbagliate e, siccome apensar male non si sbaglia mai, forse non sbagliate, ma mirate a supportare i piani utili al business di pochi.
L’importanza di ampliare Malpensa sta nel business Real Estate costituito dal nuovo polo logistico che costeràla perdita di 300 ettari di bosco, il taglio, in un solo colpo, di 2 milioni di alberi sostituiti da 200.000 di mq di cemento.Benvenute quindi le opinioni ma, nel Paese civile, qualsiasi programma o progetto passa per il rispetto delleregole.Malpensa offre un ampio quadro di regole non rispettate e questo vale per il passato e vale per il presente e noilavoriamo perchè non valga più per il futuro.Noi abbiamo presentato, secondo il diritto messo a disposizione dal Legislatore, le Osservazioni al Piano diSviluppo presentato da SEA e, dal quadro che ne risulta, questo Piano non dovrebbe avere scampo.
Sempre che, nel Paese reale, non ci sia chi, supportato dal faccendiere di turno, da qualche uomo che sussurraai potenti, riesca a orientare l’ago della bussola lontano dal corretto punto cardinale.
Gallarate, 20 luglio 2011
UNI.CO.MAL. Lombardia
Ciao, sono Alessandra, faccio la giornalista dal lontano 2003! Lavoro in un’agenzia di comunicazione e mi occupo di viaggi e agroalimentare.
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