"Cosa dice il tuo insegnante dei vini varesini?" - "Nemmeno li considera.."
Così una mia conversazione qualche settimana fa con un'amica su Whatsapp. Sta facendo un corso di degustazione vini, ma pur essendo in territorio varesino, sembra che i prodotti del territorio non piacciano molto al suo insegnante. Ma si sbaglia.
Non solo diversi vini varesini sono tutelati dall'IGT, ma uno di loro, che non è nemmeno IGT, il Mott Caré di Cascina Piano, si è guadagnato numerosi premi della critica e il punteggio di oltre 85 su 100 sulla"bibbia" dei vini Veronelli ed è stato inserito tra i dieci vini da dessert da non perdere dagli esperti della guida Vini Buoni d’Italia.
Inoltre questo vino muffato è stato selezionato nella categoria “Vini da non perdere” della guida “Vini buoni d’Italia 2016” del Touring Club Italiano. Alla faccia dell'insegnante snob e prevenuto.
Ultimamente l'ho regalato a uno chef (Nicola Ferrelli, mica uno qualunque) che mi ha confermato quanto il sapore di questo vino moscato passito fosse interessante. Mì è piaciuta la sua definizione, che ha parlato di un vino "Fresco e croccante".
In effetti se vi immaginate solo un passito andreste fuori strada. E' un vino dolce non dolce, con un retrogusto amarognolo, dato proprio dalle muffe nobili di Botrytis Cinerea, che come un mantello magico ricoprono i grappoli quando ancora sono sulla pianta. Queste muffa regala corpo e gusto più intenso ai vini.
Ecco che in una zona ignorata dai percorsi vinicoli più popolari, nascono un piccolo tesoro da bere e una storia di scelta di vita alternativa che ha sempre messo un accento sull'autenticità e sul territorio. Anche solo per comprare una bottiglia. Un bicchiere di vino e un giro per la vigna prima di fare compere è stato il modo per conoscere un mondo, e un vino, di cui ignoravo quasi il valore. Così alla fine anziché il numero di bottiglie pattuite, me ne sono portata a casa alcune in più.
La visita all'azienda agricola è di per sé un'esperienza e rende maggiormente l'idea del concetto che si nasconde dietro questi vini, molti dei quali portano nomi delle zone circostanti. Il lago Maggiore qui svela una sua seconda faccia: non quella turistica, dei locali, del casino, ma quella delle vigne e delle antiche tradizioni locali che da secoli testimoniavano come il lago Maggiore fosse un'ambiente ideale per le vigne.
Come spiega l'Associazione Italiana Sommelier in questo articolo su Cascina Piano, dove dice:
"...Testimonianze storiche derivano dal fatto che il cardinale Carlo Borromeo a metà del 500 si facesse spedire questo vino fino a Roma e come Carlo Porta, il ben noto scrittore dialettale milanese, elogiasse il vino di queste zone. Nel ‘600 addirittura i 4/5 della produzione agricola varesina era adibita alla viticultura. A confermare la storia e zittire gli scettici l’Università Statale di Milano ha eseguito analisi riguardanti le situazioni pedoclimatiche dando conferma della ottima attitudine del luogo."
I vini di Cascina Piano nascono tra Angera e Ranco, e sono così belli da meritare una visita. Piccola e in un luogo pittoresco, la cantina è dallo stile rustico affacciata su un colle tra vigneti e un panorama da fiaba sul borgo, il lago e la Rocca Borromea. Nel corso dell'anno organizza degustazioni ma è anche meta di passeggiate e tour turistici dell'area, ma se siete curiosi potete chiamare in azienda perchè se c'è qualcuno, potete concordare se sia possibile una visita con degustazione in loco. La cantina lavora bene anche sul nebbiolo: ed è stata fondata da Franco Berrini, uno dei “padri fondatori” dell’Igt Ronchi Varesini.
Al momento l'azienda è in fase di cambio generazionale: restano fermi i punti saldi storici dei soci, come Agostino, 85 anni e un grande amore per le vigne e i vini varesini. E poi ci sono i giovani che proseguono la strada, che cercano sempre più la qualità e l'autenticità del prodotto.
Il vignaiolo di oggi nasce come chef nel passato. Una vita sul lago e nella ristorazione, ha scelto poi di lasciare lo stress frenetico della cucina per uno stile di vita pur sempre faticoso, ma più a dimensione umana. "Certo hai il mal di schiena, non guardi l'orologio per finire, ci sono zanzare, complicazioni, il meteo eccetera, ma quando sono nella mia vigna, con i Pink Floyd alle cuffie, so che sono nel posto giusto e non tornerei mai indietro" racconta mentre mostra le Uve Nebbiolo che stanno per maturare.
Insomma, sarà anche un "bistrattato" vino varesino, ma il Muffato di Angera è un'ottimo passito, che merita non solo un assaggio, ma anche una visita per conoscere la sua storia e dove è nato. Il vino non è mai solo un alimento, porta con sé una cultura e un territorio. E le piccole produzioni locali oggi possono raccontarlo.
Se volete saperne di più su eventi, degustazioni e produzioni ecco il link di Cascina Piano.
NOTE A MARGINE (E no, questo non è un post sponsorizzato, tutto quello che ho raccontato è frutto di esperienza personale e non è su commissione.)
Ciao, sono Alessandra, faccio la giornalista dal lontano 2003! Lavoro in un’agenzia di comunicazione e mi occupo di viaggi e agroalimentare.
Le mie passioni? Viaggi, storie autentiche, natura, mobile journalism.
Non serve andare lontano per stupirsi. Quello che serve a un viaggiatore sono occhi aperti e buona memoria.
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