Visitare un tempio a Kyoto, in Giappone, e i suoi giardini zen, significa intraprendere un viaggio in una cultura millenaria e ricca di fascino, dagli aspetti molteplici. Aree verdi per lasciar spaziare la mente, che qui spesso si trovano in “versione ridotta” a giochetto da scatola antistress, nei negozi che vendono tutto a un euro o in quelli un po’ new age. Ma quelli veri, giapponesi, sono completamente un’altra storia e visitarli è una scoperta per la vista e lo spirito.
Secondo la filosofia zen, pace e tranquillità si possono raggiungere con la meditazione e anche con un'area verde dove praticarla, che sia in grado di trasmettere armonia. Questo in sintesi il pensiero che sta dietro la creazione del Karesansui, l'originale giardino di sabbia e pietra giapponese inventato dai monaci zen. Una sorta di ambiente naturale ma minimal, dove l'ordine degli elementi naturali è strutturato per lasciar espandere la mente e consentire appunto la liberazione dai pensieri. Secondo alcune interpretazioni, il giardino zen invece rappresenta all'esterno un percorso di armonia che nasce dall'interno di ognuno. I primi a crearli furono i monaci zen appunto, Si trasforma infatti quotidianamente seguendo il costante mutamento dell'universo, creando uno spazio di pace.
Kyoto: in viaggio verso il tempio di Ryoanji
Se avete progettato un viaggio in Giappone, assicuratevi di non dimenticare di fare tappa nel più famoso Karesansui giapponese, quello del tempio di Ryoanji, a Kyoto. La storia narra che il monaco che lo creò, aveva immaginato una tigre che saltava nel giardino e lo attraversava a balzi. Il monaco ha posizionato così le pietre "dove la tigre ha appoggiato le zampe". Con questa metafora il religioso ha voluto indicare che le pietre non sono state posizionate seguendo un progetto o uno schema logico, bensì esattamente dove dovevano andare. Una particolarità di questo giardino, sul quale si trovano 15 pietre disposte in più gruppi, consiste nel fatto che, da qualsiasi punto del lato di osservazione si guardi il karesansui, si possono sempre e solo vedere 14 pietre.
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Anche dietro questa disposizione c’è un significato preciso: questo Karesansui è la rappresentazione della Verità, che ha sempre un lato nascosto.I segni che il rastrello particolare del monaco lascia sulla ghiaia possono essere interpretati in molteplici modi, come acqua che si frange su scogli o come nubi attorno a vette.
Il giardino zen, come spiega bene il portale di cultura giapponese Higam.com, è dotato di tre elementi cardine: le pietre, la ghiaia, e la cornice. Le prime sono fondamentali: considerate vive, cambiano nel tempo ma sono simbolo di stabilità e forza. Devono avere un aspetto naturale, rappresentano le montagne e devono dare l'impressione di essere sempre state in quella posizione, come se il giardino si fosse creato attorno a loro. Non devono essere levigate nè dall'uomo nè dall'acqua. La ghiaia rappresenta l'acqua, il mare, ma anche il vuoto e veicola lo sguardo verso le pietre e stimola la fantasia a interpretare la composizione. Altro elemento fondante, la cornice. Sempre presente, definisce lo spazio ed è considerata parte integrante del giardino.
Quelli invece che qui in chiamiamo i giardini zen da tavolo si chiamano invece bonseki.
Ciao, sono Alessandra, faccio la giornalista dal lontano 2003! Lavoro in un’agenzia di comunicazione e mi occupo di viaggi e agroalimentare.
Le mie passioni? Viaggi, storie autentiche, natura, mobile journalism.
Non serve andare lontano per stupirsi. Quello che serve a un viaggiatore sono occhi aperti e buona memoria.
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