Proprio così, approfittiamo della tarda notte per un post da “fascia protetta” su una curiosità che riguarda l’Islanda, ovvero il Museo dei Falli. Come potrete ben immaginare, non c’entrano rigori e partite di calcio, stiamo proprio parlando di quella parte maschile che immaginate.
In Islanda esiste un museo dedicato proprio a questo (in lingua islandese Hið Íslenzka Reðasafn) e si tratta della più grande collezione pubblica al mondo di parti falliche. E’ incluso ogni mammifero dell’Islanda: dalle balene a..gli uomini. L'iniziativa ha avuto così tanto successo che la galleria si è trasferita da Husavic, dove era inizialmente alla capitale Reykjavík, visto che attira circa 11.000 visitatori all'anno! E indovinate un po'? La maggior parte dei visitatori sono donne 🙂
Il l'Icelandic Phallological Museum vanta in esposizione una collezione di 280 membri, provenienti da tutti i tipi di mammiferi marini e terrestri dell'isola: dai cetacei, agli orsi polari, foche, trichechi, cavalli, montoni, renne e così via.
E’ curioso anche il fatto che quattro uomini islandesi hanno sottoscritto un atto legale per il quale promettono di donare i loro “gioielli di famiglia” alla scienza una volta passati a miglior vita. Oltre agli apparati riproduttivi maschili, il museo presenta anche una quarantina di organi riproduttivi di mammiferi e oggetti d'arte e folkloristici a tema.
Ma perchè l’idea di un museo di questo tipo? Il museo vero e proprio nasce nel 1997 ma la sua origine getta le radici molto prima, il suo fondatore, un professore di storia in pensione di nome Sigurður Hjartarson, iniziò in giovane età e poi proseguì per tutta la vita il suo hobby: i collezionare membri di animali raccolti in tutto il paese. Gli ideatori avrebbero in mente di fare della fallologia, una vera e propria materia scientifica. Ci riusciranno?
Se andate in Islanda, potete dare un occhiata: lo spazio museale si trovava prima in una cittadina a nord dell’Islanda, Húsavík, ma da di recente è stato spostato e si trova nella capitale Reykjavík , al 116 di Laugavegur. Per orari, e altre info, potete consultare il sito del Icelandic Phallological Museum
Intanto, noi vi portiamo a fare un “giretto con queste foto di Elín Eydís Friðriksdóttir...
Ciao, sono Alessandra, faccio la giornalista dal lontano 2003! Lavoro in un’agenzia di comunicazione e mi occupo di viaggi e agroalimentare.
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Non serve andare lontano per stupirsi. Quello che serve a un viaggiatore sono occhi aperti e buona memoria.
Ma dai, scopro che l’hanno spostato!!! Peccato perché a Husavik credo ci fosse il contesto giusto per non prendere troppo sul serio una follia del genere. Di certo non valeva la pena di andare fino a Husavik per questo buffo museo. Husavik meritava e merita comunque una visita per il whale watching 🙂
E pensa che lo hanno spostato perchè faceva così tante visite che hanno scelto una sede più grande e centrale 🙂
molti vanno ancora fino a Husavik e scoprono non è più là.