Oggi partiamo da “Domani potresti aver voglia di camminare”. Nonostante la pioggia. Nonostante il freddo. Nonostante le gambe non abituate alla fatica. Ed è vero: quando inizi a camminare poi la voglia ti viene. C’è stato bisogno di lasciar sedimentare questa viandanza, anche perché la seconda tappa di CamminaFrancigena è stata dura e senza il gruppo in alcuni tratti sarebbe stato difficile continuare a causa della fatica e di qualche salita lungo il percorso da Torrenieri – Buonconvento fino a Lucignano d’Arbia.
Per chi non è avvezzo alle camminate avere compagni di viaggio è fondamentale. Siamo stati cullati dal vento e dalle dolci pendici dei poggetti. La fatica e il cammino hanno spinto al racconto: ognuno ha parlato un po’ di sé.
Pian piano e ti accorgi che il percorso è una cornice, un acquerello dove forse sei un puntino, magari uno sbaglio dell’artista che cammini attraversi una cartolina raccogliendo tutti i verdi della Toscana, i profumi di erba e quando si arriva nei borghi sono gli odori delle case toscane con il camino e i cocci a far sognare un po’.
Sulla Francigena la concentrazione e la difficoltà che sembrano assorbire tutta l’essenza scompaiono mentre sei a caccia della meta. Sentiamo il Festival della Viandanza entrare prepotente nel nostro cammino: una manifestazione che ci sembrava lontana e prende sempre più forma definita.
Che vuol dire Festival della Viandanza? Perché camminare? Continua a venirmi in mente Enzo Jannacci con le sue canzoni, mentre cammino come un refrain. E poi un momento personalissimo: durante un’intervista che gli feci lui continuava a camminare e mi disse che non poteva stare fermo, camminare gli faceva bene.
Ciao, sono Alessandra, faccio la giornalista dal lontano 2003! Lavoro in un’agenzia di comunicazione e mi occupo di viaggi e agroalimentare.
Le mie passioni? Viaggi, storie autentiche, natura, mobile journalism.
Non serve andare lontano per stupirsi. Quello che serve a un viaggiatore sono occhi aperti e buona memoria.