Cunardo, recita Wikipedia, “è un comune italiano di 2.967 abitanti della provincia di Varese, in Lombardia, collocato tra quattro valli prealpine: Valganna, Valmarchirolo, Valcuvia e Valtravaglia.
Tecnicamente Cunardo fa parte della comunità montana della Valganna e Valmarchirolo, che comprende in tutto nove paes, tutti degni di una visita: Cunardo, Cugliate Fabiasco, Cadegliano Viconago, Valganna, Marchirolo, Lavena Ponte Tresa, Marzio, Ferrera e Cremenaga.

Il paese anche se poco conosciuto, è di origini antichissime, da popolazioni celtiche e poi romane: un’incisione su un masso erratico alle pendici dei monti di Castelvecchio testimonia presenza umana già nell’età del ferro (I millennio a. C.). In località Vignole è stata trovata una tomba con oggetti in bronzo appartenenti alle popolazioni celtiche della cosiddetta Cultura di Golasecca” (IX-IV sec. a.C.); la dominazione romana è documentata da vari reperti.

ll panorama che si può godere da Cunardo, è fra i più belli dei dintorni, infatti nelle giornate limpide, è possibile vedere le cime delle Prealpi e le vette innevate del Monte Rosa e delle Alpi Svizzere, soprattutto dalla zona alta del paese, come il Monte Penegra, antico vulcano spento migliaia di anni fa.

Le origini del nome, ”Cunardo” potrebbero ricordare il suo ruolo passato di fortezza, e significare "luogo regio con fortezza militare" basandosi sul celtico "Kùn-ort". Oppure potrebbe significare "Kùn-ard" che, sempre in lingua celtica, significa "Luogo posto in alto", a dominio della valle.

In questo periodo mi sto innamorando sempre di più delle valli prealpine del varesotto, Valcuvia, Valganna ecc... per il loro ambiente selvaggio e ancora poco conosciuto al di fuori dei confini della valle. Colline dolci ricoperte di verde, grotte, sorgenti, cascate e anfratti, ciascuno con la sua leggenda.

1) L'Orrido di Cunardo

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A Cunardo c’è tutto questo: a partire dall’Orrido di Cunardo, uno dei punti di interesse più famosi della località, in via Per Ferrera, la strada provinciale che collega Cunardo appunto con Ferrera (paese famoso per le sue splendide cascate ).
Trovarlo è facile, c’è un cartello con le indicazioni e dovrete proseguire a piedi seguendo un sentiero: una parte è visitabile, l’altra è riservata agli specialisti, studiosi e speleologi, data la pericolosità del tragitto.

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L’Orrido di Cunardo è un labirinto di gallerie e grotte scavate dal torrente che scorre nei dintorni, il Margorabbia. Qui l’acqua ha traforato le rocce, dando vita a un sistema di grotte carsiche, formando delle caverne che si susseguono per circa mezzo chilometro. Si tratta dell’unico esempio in Lombardia di traforo naturale di un corso d’acqua quasi totalmente superficiale. La grotta più ampia, è chiamata anche con il nome da brivido Antro dei Morti. A cui ovviamente, è legata una leggenda: si narra che il conte Ruggeri, dopo aver ucciso la moglie, vi gettò il corpo (fonte: tencittcunardo.com )

2) Il Museo all'aperto della Ceramica

Il comune è noto, fin dall'epoca antica, anche per la lavorazione della ceramica. Qui è nato persino un colore: le ceramiche di Cunardo erano particolarmente apprezzate per il cosiddetto “blu Cunardo”, colore di cui solo i maestri del luogo conoscevano il segreto. Oggetti e ceramiche con questo colore sono rarissimi o esposti in musei.

E qui arriviamo alla seconda bellissima cosa da vedere a Cunardo: il museo all’aperto della Ceramica! Si trova in via Fornaci: un’antica fornace per la lavorazione della ceramica oggi è un museo libero e aperto, dove passeggiare nel verde e ammirare opere e laboratori. Ma anche dove scoprire la storia della ceramica e delle fornaci a Cunardo fin dalle sue origini, grazie a dei fogli esplicativi. Il percorso museale espone anche opere di numerosi artisti internazionali. E’ un po’ la “casa” della ceramica a Cunardo. Si tratta dell’antico laboratorio della famiglia Robustelli, creatori delle Ceramiche Ibis. Dagli Anni ’60  il laboratorio dei Robustelli iniziò a ospitare artisti di livello mondiale tra cui Fontana, Baj, Guttuso. Anche lo scrittore Piero Chiara veniva a dilettarsi alle Fornaci, tanto da aver lasciato una collezione di piatti, dipinti di sua mano e destinati a essere riprodotti sulle copertine di alcuni suoi romanzi.
Nel 2014 Giorgio Robustelli ha creato l’associazione “Amici delle Fornaci Ibis” per il rilancio culturale di questo luogo e la sua trasformazione in un museo all’aperto.

3) Il Molino Rigamonti

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Infine, c’è il Molino Rigamonti. Tappa obbligata per gli amanti delle farine, quelle fatte bene. Il Mulino Rigamonti, alla periferia di Cunardo, è uno dei pochi mulini ad acqua ancora funzionanti della provincia di Varese, che sfrutta lo scorrimento del fiume Morgorabbia.

Nel 2010 il Mulino Rigamonti è stato riconosciuto dalla Regione Lombardia "negozio di storica attività" e può essere visitato. La costruzione di questo mulino si perde nei secoli e si hanno notizie certe a partire dal 1787, quando la famiglia Rigamonti acquistò l’impianto. Naturalmente si può anche fare shopping di farina “vera” di diversi tipi visto che il mulino è ancora funzionante: farina integrale, crusca, farina da polenta fine e grossa.
La polenta con queste farine non ha paragoni!

Scritto da:

Al.Fa

Ciao, sono Alessandra, faccio la giornalista dal lontano 2003! Lavoro in un'agenzia di comunicazione e mi occupo di viaggi e agroalimentare.

Le mie passioni? Viaggi, storie autentiche, natura, mobile journalism.

Non serve andare lontano per stupirsi. Quello che serve a un viaggiatore sono occhi aperti e buona memoria.