Uova, zucchero e farina. Stop. Nient'altro. Stupisce leggere soltanto tre ingredienti in etichetta, quando ormai si è abituati all'elenco telefonico di conservanti, aromi e chi più ne ha, più ne metta.
Invece i Biscottini di Novara da Camporelli sono rimasti sempre gli stessi, dal 1852. Uova, zucchero e farina: materie prime di qualità, scelte da produttori della zona.
Il mix dà vita ai biscottini che piacevano tanto ai patrioti di passaggio da qui per costruire l'Italia, mentre oggi la globalizzazione li ha portati fino in Corea del Sud, dove vanno ghiotti nel trasformarli in tiramisù. D'altronde i Biscottini novaresi sono la versione nobile dei Pavesini, di cui ricordano il sapore, altro prodotto ideale per uno dei dolci italiani più famosi.
Il viaggio dei Camporelli ha affascinato pure Eataly che, ogni giorno, ne acquista a vagonate.
Ma i Camporelli sono buoni specialmente da soli, magari addolcendo il caffè o per concludere una cena, oppure per colazione. Anche perché nel loro caso è quanto mai vera la definizione di chilometro zero. Il biscottificio è ancora incastonato, con grande fascino, all'interno di un cortile nel centro storico di Novara.
E lì accanto vi è la rivendita. Se si è fortunati si possono anche scorgere come uova, zucchero e farina diventano biscotto. In particolare, come racconta il titolare Ambrogio Fasola, nella micro catena di cottura, i biscottini crudi vengono posizionati su un piano lungo tre metri che viene infilato nel forno. Tempo pochi secondi e i biscottini sono pronti: non resta che rimuoverli dalla carta-forno, instradarli verso la zona confezioni e poi verso i palati dei golosi di dolcetti leggerissimi e friabili.
Nella storica sede di vicolo Monte Ariolo, Camporelli propone oltre ai classici Biscottini di Novara, una vasta gamma di prodotti d’eccellenza dolciaria piemontese. Biscotti (off course), torte, marmellate, tè, caffè e nella stagione invernale, marrons glacés e cioccolato delle più pregiate case, per deliziare ogni momento.
Tra gli altri dolci della tradizione locale di loro produzione ci sono i brutti e buoni, le offelle di Parona, biscotti di riso, torroni, torroncini e friselle.
Il viaggio dei Camporelli dalla materia prima al biscotto ha affascinato pure Eataly che, ogni giorno, ne acquista a vagonate.
Dal 2002 sono giornalista della Prealpina, il principale media della provincia di Varese e uno dei quotidiani più antichi d’Italia, dove mi sono specializzato in cronaca locale, politica ed economia. Qualche volta durante l’anno (augurandosi che le occasioni aumentino) mi concedo il piacere di diventare giornalista turistico ed eno-gastronomico. Apprezzo la qualità dei prodotti e la passione degli imprenditori impegnati nel turismo, specialmente nelle piccole realtà. Nelle recensioni non nascondo eventuali critiche, espresse sempre con garbo, stimolando sempre un miglioramento di chi è l’oggetto delle osservazioni.
Penso di essere ormai super specializzato nelle recensioni dei centri benessere, di cui amo particolarmente la “filosofia tedesca”. Mi piace la cucina e i ristoranti che promuovono menu arricchiti da piatti stagionali o da prodotti del territorio e soprattutto chi è capace di bilanciare la qualità con il conto finale. Amante anche del turismo dolce: passeggiate, biciclettate, del mare come della montagna. Non chiedetemi di viaggiare in volo oltre le 3-4 ore, altrimenti potrei dirottare l’aereo.