Il Cimitero Vecchio di Viggiù è un luogo speciale da visitare soprattutto nel periodo dei morti. Questo minuscolo camposanto è stato costruito agli inizi dell’800, quando per editto napoleonico i cimiteri dovevano essere lontani dai centri abitati e venne chiuso nel 1910 perché non aveva più spazio per ospitare altre salme. Ci si arriva facilmente in auto e si può parcheggiare proprio a fianco. Basta impostare il navigatore di Google Maps con la destinazione Cimitero Vecchio Viggiù e seguire le indicazioni. Qui sotto la mappa
Un cimitero-museo
E’ importante dal punto di vista storico ma anche artistico perchè testimonianza dell’arte sepolcrale lombarda dell’800 e degli artisti viggiutesi famosi in tutta Italia. Scapellini e scultori originari di qui hanno le loro opere in tutta la nazione, compresi il cimitero Monumentale. Tombe, lapidi e sculture realizzate con i marmi locali estratti dalle numerose cave nei dintorni, esempi di stile liberty, cappelle affrescate, sculture e mini lapidi nere. Piccole opere d’arte e testimonianze di vite dimenticate, a volte struggenti, come una lapide coperta di muschio, un’altra nera con la semplice iscrizione “alla mia mamma”, un angioletto rannicchiato e pensieroso che spicca tra le croci…
Ecco un video del cimitero di Viggiù per rendere l’idea...
Un palcoscenico unico per il 2 novembre
Il vecchio cimitero di Viggiù è anche un particolarissimo palcoscenico.
Il 2 novembre da qualche anno infatti quando cala la luce si accendono le piccole candele tra le antiche tombe abbandonate e i loro fantasmi, per dare spazio a recital, poesie, con artisti locali (quest’anno venerdì 2 novembre alle 19 ci sarà Silvio Raffo con l’Antologia di Spoon River. Da non perdere).
Tra lapidi e leggende
Il luogo però è magico anche visitato nel suo silenzio assoluto. Anzi, non può essere visitato solo come location di un evento (per quanto davvero suggestivo) o come protagonista di qualche strampalata trasmissione tv che parla di fantasmi (ci sono stati quelli di Mistero qualche anno fa, per una puntata patetica ai limiti del ridicolo da cui tutti hanno preso distanza…)
Però di leggende di fantasmi per il paese di Viggiù qualcuno dice che ce ne siano, anche se con scetticismo. Ad esempio quello della ragazza morta che si dice circoli ancora per cercare il suo fidanzato.
Non è un fantasma ma è emozionante invece, appena entrati, la tomba-statua di Adalgisa Faré Cassani (1976-1908) adagiata su in fianco da quello che probabilmente era il suo capezzale, che sembra non staccare lo sguardo da te indipendentemente da dove ti sposti.
Le tombe disseminate per il cimitero spiccano tra le foglie gialle dell’autunno anche perché sono molto scure, realizzate in pietra arenaria dalle cave locali. La zona di Viggiù era appunto come accennavo prima, zona di scalpellini e cave. In paese c’è anche il Museo dei Picasass (gli scalpellini appunto) per raccontarne la storia. Nei musei di Viggiù sono state anche custodite alcune tombe per proteggerle dagli atti vandalici.
Tra simbolismi massonici...
Secondo alcuni studiosi, questo cimitero sarebbe stato anche realizzato secondo una precisa simbologia massonica. Lo spiega il blog Insubria Critica in un post di cui riporto un brano e il link più sotto:
“…Così ce lo descrive Francesca Nicodemi nel suo magistrale lavoro “Il cimitero vecchio di Viggiù. Una testimonianza intatta dell’arte sepolcrale dell’Ottocento Lombardo” a cura del Liceo Artistico Statale A. Frattini di Varese: «La peculiarità del cimitero di Viggiù non è solo quella di essere un esempio intatto di cimitero romantico, ma di proporre anche un aspetto di notevole interesse culturale e storico che lo distingue dagli altri campisanti ad esso coevi. Compare, infatti, su buona parte delle sepolture e nell’impostazione del giardino sepolcrale una proposta iconografica legata ad un simbolismo del tutto insolito che il più delle volte esula dalla tradizione iconografica cristiana-cattolica ed anche da quella legata al mondo classico». Questa peculiarità naturalmente, secondo la ricercatrice, va ritrovata in lontane matrici storiche, che vedono nel territorio di Viggiù e della Valceresio la forte presenza dell’antica Muratoria massonica e dei maestri Comancini e Campionesi.”
Vincenzo Capodiferro per il blog Insubria Critica
...e sensazioni profane
A prescindere dalle simbologie, è la natura che qui unita all’arte scultorea regala un’atmosfera molto particolare. Tombe e piante si uniscono e regalano, pur essendo in un cimitero mezzo diroccato, uno strano senso di pace e profondità, profanamente parlando.
Vandalizzato, abbandonato, ma non dimenticato. Il cimitero di Viggiù è vissuto con affetto dagli abitanti del paese e negli anni sono state avviate proposte di raccolta fondi per restaurarlo.
Ma anche così, silenzioso e pacifico, con lo sguardo di Adalgisa ad accogliere i visitatori, e i marmi e le statue a trattenerlo, è un incredibile luogo speciale della provincia di Varese, da conoscere ben oltre le credenze e le esperienze da “brivido” di Halloween.
Ciao, sono Alessandra, faccio la giornalista dal lontano 2003! Lavoro in un’agenzia di comunicazione e mi occupo di viaggi e agroalimentare.
Le mie passioni? Viaggi, storie autentiche, natura, mobile journalism.
Non serve andare lontano per stupirsi. Quello che serve a un viaggiatore sono occhi aperti e buona memoria.
[…] scoperto qualche giorno fa, per caso (letto sul blog Va’ a quel paese di Alessandra), un piccolo cimitero poco distante da casa nostra, piccolo e ormai, da decenni, inutilizzato. È […]
Ciao per quest’anno non è previsto nulla di analogo? Grazie Valeria