A volte una vacanza non è sufficiente, non è quello che serve, si ha sete di nuove esperienze, di avventura, di ritrovare se stessi, di andare via, di “mollare tutto”. Forse è arrivato il momento di compiere un pellegrinaggio.

Il termine deriva da peregrinatio, che in latino significa “viaggio in terra straniera”, una pratica che serba radici antichissime, le cui prime tracce di trovano già nell’Esodo.

Nel dicembre del 2003 invece è stato inaugurato il Cammino di San Francesco, in Umbria, che ripercorre in otto tappe il viaggio che il mistico intraprese nel Medioevo, grazie a un'idea del direttore dell'Azienda di Promozione Turistica di Rieti, Diego di Paolo, con il contributo del Corpo Forestale dello Stato e le istituzioni del territorio.

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Si tratta di un percorso segnalato di 80 chilometri nella valle Reatina, chiamata anche Valle Santa. Si dice che qui egli compì  tre gesti fondamentali della sua vita: nel 1223 volle il primo Presepio della Cristianità, scrisse la Regola definitiva dell'Ordine che porta il suo nome e, probabilmente, fu qui che egli concepì il suo inno al mondo che è il Cantico delle Creature.

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Il viaggio si snoda tra la Rieti medievale, i santuari di Greccio, La Foresta, Poggio Bustone e Fontecolombo, il bosco del Faggio di San Francesco a Rivodutri, l’antico borgo di Posta, perla della Valle del Velino, e sulle vette del Terminillo. Basterà poco per sentirsi un vero pellegrino o un cavaliere d’altri tempi, il tragitto infatti è percorribile sia a piedi che a cavallo, oppure in mountain bike.

Per non perdersi basta tenere d’occhio l’apposita segnaletica in legno e le frecce direzionali disegnate sulla pavimentazione delle strade. Prima d'incamminarsi, basta rivolgersi all' Ufficio Centrale del Cammino di Francesco, nella sede dell'Azienda di Promozione Turistica della Provincia Rieti, in via Cintia, 87 per avere mappe e ogni tipo di informazione.

Prezioso anche il sito internet www.camminodifrancesco.it dove è disponibile il “kit del pellegrino”, con mappe e risorse utili. Va invece fatto timbrare durante le tappe il “passaporto” del pellegrino, testimonianza del proprio passaggio lungo la strada. Chi compirà le otto tappe in meno di due giorni, riceverà alla fine del viaggio un’ attestato che certifica la propria avventura.